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Pathos

America Latina, 2005

Pathos

Un viaggio intimo e personale, prima ancora che fisico, attraverso le mille facce dell’America Latina. Questa è la mia visione di fronte alle ambiguità e i contrasti del continente latinoamericano. Una visione fortemente influenzata dalla mia esperienza professionale: sono stato Delegato al Comitato Internazionale della Croce Rossa per più di 20 anni e ho lavorato in molte zone di guerra.

Ho affrontato quotidianamente la violenza, la crudeltà umana e le sue conseguenze. Le foto sono state scattate durante il mio tempo libero o durante le mie vacanze, ossia lontano dalle aree di crisi in cui ho lavorato.

Tuttavia, le immagini rimangono intrise dalla dualità del Bene-Male, che si acutizza sempre durante la guerra e che ho sperimentato in prima persona. Per me, il processo fotografico è diventato una "riscoperta" del mondo attraverso una lente critica: quella che consente di vedere la coesistenza del bene e del male ovunque e in ogni essere umano (spesso metaforicamente). Ma senza pessimismo o giudizi morali. Semplicemente come un dato di fatto. Ho visto la violenza dove sembrava esserci pace e ho trovato poesia dove avrebbe dovuto esserci solo dolore.
Senza alcun obiettivo giornalistico o documentario, mi sono limitato a incontrare persone, animali e l’ambiente, cercando sempre un contatto empatico con i soggetti delle mie foto. Ho fotografato ciò che ha attirato la mia attenzione. Nessuna immagine è stata messa in scena, si tratta unicamente di istantanee, anche se a volte sono state il risultato di lunghe attese e conversazioni ancora più lunghe. Non ci sono descrizioni di luoghi né di paesi, ma solo abbozzi di incontri casuali, tenui sentimenti, forti sensazioni, dolci ricordi.

Ho iniziato a scattare queste foto nel 2005, inizialmente senza un obiettivo definito, e poi in modo più selettivo. Dopo 15 anni ho sentito la necessità di dare un quadro e un significato al mio lavoro fotografico: la pubblicazione del libro omonimo "Pathos" è stato per me un processo editoriale ed emotivo molto importante. È stato come guardare indietro e prendere coscienza di ciò che avevo vissuto per elaborare le mie esperienze di prossimità con l'oscurità, ma anche con il lato luminoso dell'essere umano

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